BENEFICI DELLA ATTIVITA’ MOTORIA SUL BAMBINO
- Stimola e migliora la funzionalità delle vie sensoriali afferenti, producendo un notevole sviluppo della capacità di percezione, ossia di elaborazione delle informazioni sensoriali provenienti dall’esterno del nostro corpo (visive, uditive), dalla sua superficie (tattili) e dall’interno (propriocettive). Tutto ciò favorisce l’evoluzione dell’intelligenza e delle capacità cognitive.
- Influenza la strutturazione delle competenze linguistiche ed espressive.
- Influenza fortemente gli aspetti emotivo, affettivo e morale, contribuendo alla formazione del carattere e della personalità. Aiuta il bambino ad interagire positivamente con gli altri, a capire la necessità delle regole e l’importanza dei valori morali quali il senso di giustizia e di responsabilità, l’accettazione ed il rispetto dell’altro, l’aiuto spontaneo. Inoltre previene e cura alcuni squilibri dell’affettività derivanti da complessi di inferiorità e da particolari frustrazioni.
- Stimola e favorisce il passaggio da una morale eteronoma ad una morale autonoma e consapevole.
- Influisce positivamente sulla struttura morfologica dell’apparato osseo, rendendo le ossa più dense e forti.
- Contribuisce al mantenimento del tono posturale (grado di tensione muscolare che consente di assumere e mantenere le posizioni del corpo nello spazio) e della lunghezza fisiologica dei muscoli.
- Permette il mantenimento e il miglioramento della funzionalità cardiaca e previene le malattie cardiocircolatorie.
CENNI SULLO SVILUPPO MOTORIO DEL BAMBINO
Il bambino a 6 anni è ancora in una fase di sviluppo comunemente chiamata “Proceritas prima”, durante la quale si verifica un aumento staturale che provoca una situazione funzionale poco favorevole poiché viene alterato l’equilibrio tra statura e peso corporeo. Le conseguenze per la motricità del bambino sono negative e si manifestano con una possibile insorgenza di atteggiamenti paramorfici e con una temporanea perdita del grado di coordinazione motoria. Solo con adeguate attività di movimento il bambino riesce a superare con serenità questi momenti poco favorevoli all’apprendimento di nuovi movimenti.
A 8 anni si entra nella fase di “Turgor secundus” in cui si assiste ad un aumento ponderale e funzionale a carico degli apparati muscolare, respiratorio e cardiocircolatorio. Tutto ciò consente una nuova condizione di equilibrio tra peso e statura, che a sua volta facilita l’apprendimento motorio: si parla di “periodo d’oro della motricità”, che prosegue fino ai 12 anni.
Attraverso adeguati principi psicopedagogici, metodologici e tecnico-didattici si dovrà quindi cercare di creare le condizioni favorevoli alla crescita motoria dei bambini, permettendo loro di:
- Affrontare serenamente tutte le tappe ontogenetiche in un ambiente favorevole;
- Sviluppare gli schemi motori di base dal punto di vista sia quantitativo sia qualitativo;
- Migliorare le capacità motorie coordinative e condizionali;
- Acquisire e mantenere abitudini di movimenti
OBIETTIVI E CONTENUTI DIDATTICI
Compito dell’insegnante è promuovere in ogni bambino il progressivo e finalizzato controllo del comportamento motorio, sempre nel rispetto della maturazione biopsichica individuale. Le differenti caratteristiche di sviluppo dell’alunno della scuola elementare, infatti, esigono tempi e modalità diversificate di programmazione e somministrazione degli interventi didattici, i quali vengono identificati dopo un’attenta e scientifica valutazione delle condizioni psico-fisiche dei singoli studenti condotta dall’insegnante stesso.
Il fanciullo deve sviluppare innanzitutto la capacità di percezione, ossia di elaborazione delle informazioni sensoriali provenienti dagli organi analizzatori: essa rappresenta uno strumento fondamentale per la conoscenza del proprio corpo. In secondo luogo egli dovrà acquisire il maggior numero di schemi motori di base (camminare, correre, scavalcare-superare, saltare, atterrare, afferrare, lanciare, colpire, strisciare, rotolare, arrampicarsi), la cui padronanza consente la costruzione e l’automatizzazione dei gesti e delle abilità motorio-sportive più complesse.
Una volta raggiunti questi obiettivi intermedi, ci si può concentrare sul raggiungimento dell’obiettivo principale:
lo sviluppo delle capacità coordinative e condizionali.
Le capacità coordinative sono determinate dai processi che organizzano, controllano e regolano il movimento e dipendono dal grado di maturazione del sistema nervoso centrale e periferico. Determinano il tipo e la qualità della risposta motoria e sono a loro volta suddivise in capacità coordinative generali e speciali (vedi figura).
Capacità coordinative | |||
1. Capacità di accoppiamento e combinazione del movimento | |||
Capacità di direzione | |||
e controllo del | 2. | Capacità di differenziazione cinestesica | |
movimento | |||
3. | Capacità di equilibrio | Capacità | |
4. | Capacità di orientamento | di apprendimento | |
Capacità di | 5. | Capacità di ritmo | motorio |
adattamento motorio | 6. | Capacità di reazione | |
7. | Capacità di trasformazione del movimento |
Tratto da Casolo F., Lineamenti di teoria e metodologia del movimento umano, V&P
Le capacità condizionali determinano invece la durata, la quantità e l’intensità della risposta motoria ed incidono in modo determinante sulla prestazione motorio-sportiva. Sono direttamente influenzate dai processi metabolici che permettono la produzione dell’energia indispensabile per muoverci e un loro miglioramento incide sull’efficienza e sulla funzionalità di questi processi. Forza, resistenza e rapidità sono le tre capacità condizionali.
La mobilità articolare viene considerata una capacità a sé stante, dal momento che presenta componenti di tipo sia coordinativo che condizionale.
Nella programmazione delle lezioni finalizzate allo sviluppo delle capacità coordinative e condizionali per i bambini dai 6 ai 12 anni, è fondamentale tener conto degli studi che in questi anni hanno dimostrato l’esistenza di periodi favorevoli per lo sviluppo/allenamento di determinate capacità. Martin ha sintetizzato questi lavori nella tabella delle “fasi sensibili”, che dovrebbe rappresentare l’elemento guida per tutti gli insegnati di educazione motoria.
Il mezzo educativo utilizzato sarà il GIOCO, che è in grado di sviluppare (se opportunamente condotto) più ambiti: quello motorio, quello cognitivo e quello relazionale. La quantità e la tipologia delle regole dev’essere proporzionata all’età degli allievi e, in ogni caso, sarà importante far sì che tutti i partecipanti sperimentino un’esperienza di successo
Verranno individuati infine opportuni momenti di verifica attraverso l’osservazione sistematica del comportamento motorio degli alunni, tenendo sempre presente le situazioni di partenza di ognuno.