Red Bull Method

Red Bull Method

Giugno 22, 2018 Metodologia e Ricerche 0

Nel 2006 il progetto calcistico di Red Bull arrivò negli Stati Uniti, dove l’azienda acquisì gli storici New York MetroStars e come già aveva fatto in Austria li fece diventare i New York Red Bulls. All’epoca in molti pensavano che la mossa, già tentata da altri prima, fosse un errore per via della scarsa cultura calcistica americana, ma alla fine ebbe comunque successo. 

Nel calcio non esiste nessun altro progetto simile a quello di Red Bull. Quello che ci si avvicina di più è il City Football Group, l’holding della famiglia Al Nahyan, proprietaria del Manchester City, che ad oggi conta altre due squadre, il Melbourne City e il New York City FC (più il venti per cento dei Yokohama F·Marinos). Il modello di gestione è simile a quello di Red Bull: progetto comune, stessi colori, stessi sponsor e frequenti scambi di giocatori, ma alle squadre viene lasciata un minimo di identità, come si può vedere dai loghi. In Italia il modello Red Bull sarebbe una cosa completamente nuova. Esistono proprietari che possiedono più di una squadra, come la famiglia Pozzo, proprietaria di Udinese, Watford e fino a pochi mesi fa del Granada, o come il gruppo Suning, proprietario dell’Inter e del Jiangsu. Ma nessuno di questi gruppi ha progetti e metodi di gestione simili a quelli di Red Bull.

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